Il paradiso è sulla Terra
Lo sapevate che la parola "paradiso" deriva dalla parola "pairidaēza" che è a sua volta derivata dall'antica lingua iraniana?
Tale parola stava ad indicare il tipico giardino reale, protetto da una cinta di mura e colmo di ogni sorta di pianta o animale.
In seguito tale parola è stata adottata dalla cultura ebraica e da quasi tutte le culture europee per indicare il luogo in cui le anime delle persone giuste dimoreranno dopo la loro morte terrena.
Vi è un luogo però in cui tale parola viene accostata a quella di giardino e a quella di Terra. Sto parlando della Bibbia.
Il brano della Genesi che parla del Giardino dell'Eden lo descrive come un immenso giardino cintato da delle mura.
Spesso il Giardino dell'Eden viene chiamato "paradiso terrestre"... ma alla luce di quanto abbiamo detto sopra, non si sta parlando del paradiso nel senso classico del termine.
Tali parole potrebbero essere effettivamente tradotte con "giardino terrestre".
Il paradiso nel senso spirituale del termine non centra nulla. Il mito dell'Eden non ci parla di un qualcosa di ultraterreno, etereo e lontano... ma bensì sta paragonando il nostro bellissimo pianeta Terra ad un giardino, al giardino dell'Eden.
Il mito dell'Eden ci parla del nostro rapporto con la Terra, racconta la storia controversa dell'uomo e del suo ingenuo desiderio di volersi sostituire a Dio, che potremmo paragonare al desiderio di volersi sostituire alla Natura. Desiderio questo che porterà presto l'essere umano ad assaporare le conseguenze della sua condotta.
Con dolore trarrai i frutti dalla terra,
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
Con il sudore della fronte ti procurerai il pane,
finché tornerai alla terra
poiché da essa sei stato tratto.
Polvere sei e polvere tornerai.
Sapevate inoltre che il mito dell'Eden non è stato scritto dal popolo ebraico, ma che in realtà è stato "scopiazzato e riadattato" da miti che erano già presenti in altre culture?
Se guardiamo alla cultura sumera ad esempio, abbiamo storie molto simili, con un contenuto antropocentrico decisamente più basso.
Interessante è la storia del contadino Shukallituda, che non sapendo come coltivare la terra arida del deserto inizia a studiare i presagi del cielo, imparando così le Leggi degli dei (quelle che noi oggi chiameremmo "Leggi di Natura").
Allora Shukallituda pianta diversi alberi per fare ombra al terreno e proteggerlo dal calore del sole. Ed ecco che il suo giardino inizia a prosperare.
Ma ecco che un giorno la dea Inanna, attratta dallo splendore di tale giardino, decide di fermarsi lì a riposare.
Il contadino vedendo la bellezza della dea va e, con il favore delle tenebre, abusa di lei.
Quante volte anche noi, soprattutto al giorno d'oggi, abusiamo della Natura? Quante volte alteriamo l'ambiente che ci circonda con l'unico scopo di trarne profitto? Quando noi esseri umani vediamo qualcosa di attraente, di desiderabile e di bello alla vista lo vogliamo tutto per noi.
Così ci siamo comportati con il resto della vita, qui, sul nostro stesso pianeta.
L'agricoltura intensiva e meccanizzata sopravvive solo grazie all'uso della chimica che puntualmente violenta il delicato equilibrio degli ecosistemi terrestri e sempre più foreste e ambienti incontaminati vengono bonificati per l'uso agricolo. Abbiamo perso il legame con gli altri esseri viventi, abbiamo dimenticato l'importante ruolo che ricoprono all'interno degli ecosistemi.
Credo sia giunto il momento per l'uomo di cambiare strada, credo sia giunto il momento di tornare all'Eden, all'armonia primordiale.
Ma non sto parlando di un ritorno al passato, sto parlando di integrare il vecchio con il nuovo. L'umanità deve progredire ma non attraverso la via della crescita economica, bensì attraverso una vera crescita spirituale che passa inevitabilmente anche attraverso a una maggiore connessione e ad un maggiore rispetto di tutto ciò che ci circonda.
Anche voi la pensate come me? Anche voi sentite il bisogno di cambiare strada? Allora seguitemi in questo meraviglioso viaggio.
Vi porterò a riscoprire ideali antichi e vi mostrerò tecniche nate da una sensibilità nuova e da una moderna innovazione. Tutto questo al fine di farvi capire che anche quel pezzettino di terreno un po' trascurato dietro casa può diventare un vero e proprio paradiso della biodiversità, il vostro piccolo pezzo di Eden!
Basta un po' di terra e qualche seme, assieme a tanta pazienza, capacità di osservazione e volontà.
Vi accorgerete allora di quanto l'uomo possa davvero fare per portare la vita in un mondo in cui sembra che l'unica cosa che importi sia il denaro e i bisogni dell'uomo. Dove prima c'era il deserto ora c'è la vita!
Perchè il paradiso è qui.... è qui su questa terra! Eppure solo in pochi riescono a vederlo...
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